CHI SONO I 19 MILIONI DI EVASORI SECONDO L’AGENZIA DELLE ENTRATE?
ARTICOLO RUFFINI REWScarica
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La questione Catasto. Scarica
La riforma del Catasto e l'equilibrio del sistema Tributario.Scarica
Equità del sistema per la riforma fiscale.Scarica
La semplificazione fiscale e rischi di sperequazioni.Scarica
La proposta presentata mercoledì prevede una riduzione da cinque a quattro degli scaglioni Irpef, con relativa rimodulazione delle aliquote, l’abolizione dell’Irap per le persone fisiche, lavoratori autonomi e ditte individuali, e un primo intervento – assolutamente necessario – di rimodulazione delle detrazioni fiscali (ancora da definire ma che dovrebbe interessare anche il “bonus Renzi” di 100 euro). Non ci sarebbe traccia, invece, dell’ipotesi da tempo in discussione, della sostituzione dell’Irap con una addizionale o sovraimposta Ires, sulla cui validità ed efficacia ho già espresso dubbi in precedenti occasioni.
C’è qualcosa che suscita perplessità nell’estensione generalizzata del green pass. E non in termini di utilità per contrastare la pandemia da Covid-19, ma di diritto.
L’abolizione dell’Irap come strumento di riduzione della pressione fiscale sulle imprese torna all’attenzione dei media (da ultimo Il Sole 24 Ore di oggi 14.9.21), dopo che la proposta ha trovato spazio nel “Documento conoscitivo” delle Commissioni riunite Finanze e Tesoro di Camera e Senato, approvato il 30 giugno scorso alla fine dell’indagine sulla riforma del sistema tributario.
Il momento della presentazione in Parlamento del relativo disegno di legge delega si avvicina e si sta facendo sempre più strada l’idea che accanto a un intervento sulle aliquote e scaglioni Irpef, sia necessario, o quantomeno opportuno, introdurre una misura che riduca la pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro autonomo.
E’ trascorso un anno e mezzo da quando siamo stati travolti da un virus che non immaginavamo potesse colpirci con tanta violenza e condizionare così pesantemente le nostre vite e il nostro benessere psico-fisico.
Fu a causa di questo shock improvviso che molti reagirono superando la razionalità, animati da un credo che si approssimava alla fede verso una capacità collettiva di reazione, e che trovò espressione nelle frasi come “Ce la faremo. Ne usciremo migliori”, che potevamo leggere ovunque.
Ancora non siamo usciti da questa tremenda situazione e, francamente, non è percepibile la sensazione di trovarsi in fondo al tunnel e di vedere la luce.
Ma dopo un anno e mezzo che cosa è successo? Siamo davvero riusciti ad intraprendere tutti insieme quel cammino che avrebbe dovuto portarci ad essere donne e uomini migliori? Possiamo ritenere che chi ha guidato il Paese in questi momenti difficili abbia avuto la capacità, se non il dono, di unire le persone in un abbraccio virtuale collettivo e di sviluppare uno spirito di comunione e di coesione degli animi in grado di sconfiggere questo male naturale, o forse costruito da alcuni esseri umani privi di valori etici e inconsapevoli del valore della vita?
Il fisco banco di prova per la maggioranza.Scarica
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